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    Ortopedico Specialista in Chirurgia e in Ricostruzione Biologica Articolare

ARTROPROTESI di ANCA

L’artroprotesi totale è utilizzata nell’artrosi dell’anca,una malattia ad evoluzione cronica, che consuma progressivamente le cartilagini articolari. In particolare, nell’artrosi d’anca (coxoartrosi) viene colpito lo strato di cartilagine che riveste la testa del femore e la cavità del bacino in cui si articola; tale cavità ossea, di forma circolare, è chiamata acetabolo o cotile dell'anca.

In questi casi si avverte dolore continuo anche a riposo e risulta difficoltoso anche semplicemente camminare o allacciarsi le scarpe o mettersi le calze.


Obiettivo dell’intervento è eliminare o ridurre drasticamente la sintomatologia dolorosa e consentire una buona funzionalità articolare.
È indicata in pazienti con dolore intenso, invalidante dovuto alla totale usura dello spessore cartilagineo e che non risponde ad altri trattamenti terapeutici.

Patologie in cui è indicata una protesi totale di anca sono: artrosi primaria o secondaria (anca displasica, post-traumatica), artrite reumatoide, osteonecrosi della testa del femore, artropatie autoimmuni e metaboliche (es. gotta, psoriasi ecc…).


L’intervento consiste nel rimuovere la cartilagine danneggiata e sostituirla con le componenti protesiche. Per la sostituzione della testa del femore, si esegue una osteotomia del collo femorale, cioè si rimuove la testa e parte del collo femorale e si posiziona uno stelo metallico inserito nella parte cava del femore. Lo stelo femorale può essere sia cementato che a "press fit" (ad incastro) nell'osso.
Una testina di ceramica o di metallo, poi, viene posta sulla parte superiore dello stelo per sostituire la testa del femore usurata rimossa.

La superficie della cartilagine danneggiata della cavità acetabolare viene rimossa e sostituita da una coppa di metallo posizionata anch’essa a “press fit”.
Un inserto in polietilene (plastica ad alto peso molecolare), o in ceramica, viene infine inserito tra la nuova testina e il cotile per creare un’adeguata superficie di scorrimento.


La chirurgia protesica dell’anca si è evoluta notevolmente negli ultimi anni e attualmente il chirurgo dispone di nuovi materiali e tecniche e strumenti sempre più affinati che gli permettono di eseguire l’intervento con sempre maggiore sicurezza e minor rischio di complicanze.

Tuttavia l’intervento non è esente da rischi e le complicanze più frequenti sono: infezione, Trombosi Venosa Profonda (TVP) , lussazione della protesi, mobilizzazione della protesi. Come prevenzione per l’infezione e la tromboflebite saranno somministrate la terapia antibiotica prima dell’intervento e la terapia eparinica. Complicanze meno frequenti fratture intraoperatorie, lesioni nervose, rigidità articolare.


È proprio necessaria l’operazione?

Il chirurgo ortopedico può dare l’indicazione all’intervento, ma sarà sempre il paziente a scegliere se operarsi o meno. Se la qualità della vita è scadente, a causa del dolore e della limitazione funzionale dell’anca causate dall’artrosi, il dolore all'anca è continuo anche durante il riposo, sia di giorno che di notte, il sollievo dal dolore è scarso nonostante l’assunzione di farmaci anti-infiammatori e la fisioterapia, l’intervento è sicuramente consigliato.

Sono troppo giovane/troppo vecchio per questo intervento?

Rispetto al passato, oggi con l’evoluzione della tecnica chirurgica e dei nuovi materiali non ci sono limiti di età. Se il dolore e la limitazione funzionale dell’anca sono tali da limitare le attività della vita quotidiana o peggiorare la qualità della vita, l’intervento è consigliato a 30 come a 80 anni, purchè non ci siano problemi di salute.

Di che materiale è fatta la mia protesi?

Lo stelo è di titanio, la coppa di titanio o tantalio, la testina di ceramica e l’inserto tra testa e coppa metallica in polietilene o ceramica.

Quanto durerà l’intervento? Che tipo di anestesia?

L’intervento durerà circa 60 minuti e verrà eseguita in anestesia spinale (discuterà comunque del tipo di anestesia con il medico anestesista al prericovero e prima dell’intervento).

Avrò tanto dolore dopo l'intervento chirurgico?

Insieme agli anestesisti sono stati realizzati dei protocolli post-operatori per la gestione del dolore durante il ricovero, in modo da far sentire al paziente il minor dolore possibile.

Avrò bisogno di trasfusioni di sangue dopo l’intervento?

Solitamente non c’è bisogno, perché , insieme ai farmaci per il controllo del dolore, è previsto l’uso di farmaci per ridurre il sanguinamento intra e post-operatorio.

Quali esami devo fare prima dell’intervento?

Tra gli accertamenti necessari in previsione dell'intervento chirurgico ci sono gli esami del sangue, l’elettrocardiogramma (ECG) e la radiografia del torace e delle anche. Verranno eseguiti al prericovero, che si effettua circa 3 settimane o 3 giorni prima dell’intervento. A discrezione dell’anestesista, poi, potranno essere prescritti ulteriori esami, come un ecodoppler degli arti inferiori e/o una visita cardiologica.

Quando mi ricovero? Quanti giorni resterò in ospedale?

Il ricovero avverrà lo stesso giorno dell’intervento o il giorno prima. Una volta operato, sarà accompagnato in camera subito dopo la radiografia di controllo post- operatoria o rimarrà in osservazione nella cosiddetta “recovery room” per almeno due ore, aspettando che finiscano gli effetti dell’anestesia. Resterà ricoverato in ospedale per 3 giorni dopo l'intervento. Al quarto giorno, in base a quanto concordato, sarà dimesso per proseguire la riabilitazione a domicilio oppure proseguirà la riabilitazione in ospedale per altri 7-10 giorni.

Quando mi saranno tolti i punti? Quando potrò bagnare la ferita?

I punti di sutura sono rimossi circa dopo 15 giorni dall'intervento. Quando la ferita è ben chiusa, di solito 15 giorni dopo l’intervento, la ferità può essere bagnata.

Quanto tempo starò fermo dopo l’intervento?

In pratica neanche un giorno, perché la riabilitazione inizia subito dopo l’operazione. Dopo alcune ore inizia a muovere l’arto operato, il giorno dopo inizia la mobilizzazione con il fisioterapista e a camminare con 2 stampelle, con un carico parziale sulla gamba operata. Poi continuerà la riabilitazione per qualche mese.

Una volta dimesso, dovrò essere ricoverato in un centro di riabilitazione o potrò tornare a casa?

È soggettivo e dipende dall’ortopedico. Io personalmente preferisco che il paziente, tranne casi particolari o che sia poco collaborante, vada a casa e continui gli esercizi iniziati in ospedale in un centro di fisioterapia o con un fisioterapista di fiducia, che insegnerà gli esercizi da eseguire nei mesi successivi.

Per quanto tempo dovrò portare le stampelle?

In media 4 settimane sono sufficienti, sono necessarie fino alla ripresa completa di una corretta deambulazione.

Quando potrò guidare?

Di solito sono necessarie 4-5 settimane, quando saranno abbandonate le stampelle e avrà una buona motilità dell’anca. Bisogna stare attenti quando si sale e si scende dalla macchina, per evitare di lussare l’anca.

Quali sport potrò praticare, e quali dovrò evitare, con la protesi del ginocchio?

Potrai camminare, giocare a golf, andare in bicicletta, nuotare e praticare tutti gli sport a basso impatto. In genere non esistono sport assolutamente da evitare. Ci sono, invece, attività ad alto impatto sconsigliate, soprattutto per ridurre l’usura (es. il calcio, la corsa.)

Quanto durerà la protesi d’anca?

Tutti gli impianti, come tutte le cose meccaniche, hanno una durata limitata nel tempo perché vanno incontro ad usura. Quest’ultima è variabile in base all'età del soggetto, al peso e al livello di attività svolta. Comunque, considerato l’evoluzione dei materiali, se una protesi è impiantata correttamente , dovrebbe durare almeno 20 anni.

Dovrò fare dei controlli dopo l’intervento?

Sì, è meglio farsi rivedere dal chirurgo operatore dopo 30 giorni, 3 mesi, 6 mesi e 1 anno con una radiografia di controllo. I controlli saranno poi a distanza di circa 2 anni.

Possono esserci delle complicanze?

Nella maggior parte dei casi l’intervento non è seguito da complicanze. L’infezione è la complicanza più temuta, anche se meno frequente rispetto alla protesi di ginocchio. Può verificarsi nei giorni/settimane successivi all’intervento ma anche a distanza di anni a causa di batteri portati in sede dal circolo sanguigno. Sarà necessario rimuovere la protesi, pulire accuratamente l’articolazione ed impiantare un cemento spaziatore con antibiotico e solo dopo la guarigione dall’infezione si può reimpiantare la protesi.
  • La tromboflebite ( formazione di coaguli nel sangue -trombosi – con possibilità di un distacco di frammenti e conseguente embolia) è un’altra complicanza pericolosa ma fortunatamente rara. Per evitare queste complicazioni, tuttavia, saranno somministrati a scopo preventivo antibiotici e anticoagulanti.
  • La lussazione è dovuta alla perdita di contatto tra le superfici protesiche, con la fuoriuscita della testina femorale dalla coppa acetabolare. È un evento molto raro ma possibile, soprattutto nei primi 3 mesi quando i tessuti attorno alla protesi interrotti con l’intervento sono in fase di guarigione. Bisogna evitare di flettere l’anca oltre i 90° e insieme ruotarla internamente fino ai gradi estremi. Perciò, consiglio per almeno 3 mesi di usare il rialzo sul vater, di evitare di sedersi su poltrone o sedie basse e di evitare l’uso dell’auto.
  • A volte, dopo l’intervento di protesi dell'anca, si può avere una differenza di lunghezza degli arti. L’arto operato è più lungo. Con l’artrosi a causa dell’usura della cartilagine e dell’osso l’arto può accorciarsi anche di alcuni centimetri. Con l’intervento si cercherà di ripristinare la lunghezza originaria dell’arto, per cui il paziente può avere una sensazione di gamba più lunga, che sparirà nel giro di qualche settimana. Talvolta, però, l’arto è realmente più lungo, ma di solito di pochi millimetri, per cui non da alcun problema, non va compensato e non sarà più avvertito dal paziente in pochi mesi.

  • Altre complicazioni, rare ma comunque possibili, comprendono le lesioni nervose e dei vasi sanguigni, le fratture ossee e le rigidità articolari post-operatorie.

Dovrò fare dei controlli dopo l’intervento?

Sì, è meglio farsi rivedere dal chirurgo operatore dopo 30 giorni, 3 mesi, 6 mesi e 1 anno con una radiografia di controllo. I controlli saranno poi a distanza di circa 2 anni.

Se desideraste contattarmi, vi invito a visitare la sezione Contatti del sito web.

Dr. Francesco Iacono (chirurgo ortopedico)

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