Il ricovero avverrà lo stesso giorno dell’intervento. Il giorno precedente l’intervento,arà necessario un pre-ricovero, in cui verrà sottoposto a tutti gli esami di preparazione, a una visita anestesiologica e a una valutazione di tutti i possibili problemi in vista dell’intervento. Una volta operato, sarà accompagnato in camera. Il ginocchio, dopo la medicazione con cerotto, sarà fasciato con un bendaggio elastico e su di esso potrà essere posizionato del ghiaccio. Il ricovero, compreso il giorno dell’intervento, dura 2 giorni (1 notte in ospedale).
Una Risonanza Magnetica permette di valutare danni a legamenti, tendini e cartilagine. Una Radiografia nelle due proiezioni standard possono mettere in evidenza altre informazioni utili per il chirurgo, come eventuali distacchi o frammenti ossei, fratture, artrosi.
Il tutore normalmente non è necessario, a meno che il paziente non abbia prima dell’intervento un ginocchio flesso da tanto tempo e faccia difficoltà dopo l’operazione ad allungarlo completamente sia a riposo che quando cammina.
In media 3 settimane sono sufficienti. Quando il paziente tende a camminare con il ginocchio flesso, è necessario usarle 1-2 settimane in più, fino, cioè, a ripresa completa di una corretta deambulazione.
I punti di sutura sono rimossi circa dopo 15 giorni dall’intervento. Quando la ferita è ben chiusa, di solito 15 giorni dopo l’intervento, la ferità può essere bagnata. Comunque dopo l’intervento è possibile fare la doccia, purchè venga coperta la ferita con qualcosa di impermeabile (anche il comune domopack usato per gli alimenti).
Di solito sono sufficienti 4 mesi, dopo i quali il paziente può tornare a praticare normalmente la sua attività sportiva . Dovrà poi continuare, comunque, gli esercizi per mantenere il tono muscolare.
Di solito sono sufficienti 4 mesi, dopo i quali il paziente può tornare a praticare normalmente la sua attività sportiva .Di solito sono necessarie 4-5 settimane, quando saranno abbandonate le stampelle e sarà in grado di camminare correttamente. La guida dell’auto è possibile dopo un mese.
I tempi di recupero variano da individuo a individuo e sono diversi se si associano interventi sui menischi o sulla cartilagine, che di solito allungano i tempi di ripresa dello sport di un paio di mesi. Comunque, in linea di massima, si può ritornare a correre e giocare a calcio dopo quattro mesi dall’intervento.
La complicanza più temibile è l’infezione anche se il rischio è molto basso e la tromboflebite dell’arto operato. A scopo preventivo sarà, comunque, eseguita la profilassi antibiota e anticoagulante.
Sì, è meglio farsi rivedere dal chirurgo operatore dopo 30 giorni e prima dellla ripresa dell’attività sportiva, che di solito avviene dopo il quarto mese. Controlli intermedi a discrezione del chirurgo operatore
Ci sono numerosi studi in letteratura che hanno dimostrato che l’asportazione artroscopica della porzione meniscale rotta non conduce necessariamente all’artrosi, se il ginocchio è stabile. Diversamente nel caso di un ginocchio instabile con lesione del legamento crociato, in cui la meniscectomia aumenta l’instabilità, che causa con il tempo un’usura articolare. crociato anteriore la meniscectomia, aggravando l’instabilità articolare, è causa inevitabile di un’artrosi.
L’intervento si fa in Day Hospital, si entra in ospedale al mattino e si esce nel primo pomeriggio.
Una Risonanza Magnetica permette di valutare danni a legamenti, tendini e cartilagine. Una Radiografia nelle due proiezioni standard e una proiezione anteroposteriore sotto carico su lastra lunga è utile per valutare l’asse dell’arto inferiore, eventuali frammenti ossei, artrosi.
I tempi di recupero variano da individuo a individuo e sono diversi dopo un intervento sul menisco mediale o laterale, solitamente più lento e lungo in quest’ultimo. Comunque, in linea di massima, si può ritornare a correre e giocare a calcio dopo tre-quattro settimane dopo l’intervento.
Il ricovero avverrà lo stesso giorno dell’intervento. Il giorno precedente l’intervento,sarà necessario un pre-ricovero, in cui verrà sottoposto a tutti gli esami di preparazione, a una visita anestesiologica e a una valutazione di tutti i possibili problemi in vista dell’intervento.
Una volta operato, sarà accompagnato in camera. Il ginocchio, dopo la medicazione con cerotto, sarà fasciato con un bendaggio elastico e su di esso potrà essere posizionato del ghiaccio. Il ricovero, compreso il giorno dell’intervento, dura 2 giorni (1 notte in ospedale).
Una Risonanza Magnetica permette di valutare danni a legamenti, tendini e cartilagine.
Una Radiografia nelle due proiezioni standard e una proiezione anteroposteriore sotto carico su lastra lunga è utile per valutare l’asse dell’arto inferiore, eventuali frammenti ossei, artrosi.
Il tutore normalmente viene portato per 4 settimane, ma dopo 15 giorni viene rimosso due volte al giorno per eseguire esercizi di mobilizzazione.
In media 4 settimane sono sufficienti. Quando il paziente tende a camminare con il ginocchio flesso, è necessario usarle 1-2 settimane in più, fino, cioè, a ripresa completa di una corretta deambulazione.
I punti di sutura sono rimossi circa dopo 15 giorni dall’intervento.
Quando la ferita è ben chiusa, di solito 15 giorni dopo l’intervento, la ferità può essere bagnata. Comunque dopo l’intervento è possibile fare la doccia, purchè venga coperta la ferita con qualcosa di impermeabile (anche il comune domopack usato per gli alimenti).
Di solito 6 mesi, dopo i quali il paziente può tornare a praticare normalmente la sua attività sportiva . Dovrà poi continuare, comunque, gli esercizi per mantenere il tono muscolare.
Di solito sono necessarie 4-6 settimane, quando saranno abbandonate le stampelle e sarà in grado di camminare correttamente. La guida dell’auto è possibile dopo un mese.
I tempi di recupero variano da individuo a individuo. Comunque, in linea di massima, si può ritornare a correre e giocare a calcio dopo 8 mesi dall’intervento.
La complicanza più temibile è l’infezione anche se il rischio è molto basso e la tromboflebite dell’arto operato. A scopo preventivo sarà, comunque, eseguita la profilassi antibiota e anticoagulante.
Sì, è meglio farsi rivedere dal chirurgo operatore dopo 30 giorni e prima dellla ripresa dell’attività sportiva, che di solito avviene dopo il quarto mese. Controlli intermedi a discrezione del chirurgo operatore.
L’osteotomia nei pazienti al di sotto dei 60 anni permette di ridurre il dolore correggendo l’asse del ginocchio e non sostituendolo con una protesi. Dopo l’intervento, possono essere fatte tutte le attività desiderate, comprese lo sport, perché il ginocchio è quello “nativo” e ritarda la protesizzazione anche di 10-15 anni, spostando l’età della protesi intorno ai 70 anni. Ciò significa che si riduce il rischio di dover cambiare la protesi quando questa “si consuma” (la protesi ha, come tutte le cose meccaniche, una durata limitata, in media di 15-20 anni). Inoltre, non è detto che dopo l’osteotomia sia necessaria sicuramente una protesi.
L’esame radiografico sotto carico nelle 2 proiezioni standard è l’esame più importante. Utile la speciale proiezione di Rosenberg per valutare il restringimento dell’interlinea articolare ed una sclerosi ossea subcondrale ben diversi dalla parte controlaterale dello stesso ginocchio o dall’altro ginocchio, se sano.
La R.M.N. può essere utile per valutare i menischi, la cartilagine ed i legamenti. Nel caso di una loro lesione, possiamo associare all’osteotomia una ricostruzione legamentosa o cartilaginea o meniscale durante lo stesso intervento.
Il ricovero avverrà lo stesso giorno dell’intervento. Sarà necessario un pre-ricovero, in cui verrà sottoposto a tutti gli esami di preparazione, a una visita anestesiologica e a una valutazione di tutti i possibili problemi in vista dell’intervento.
Una volta operato, sarà accompagnato in camera subito dopo la radiografia di controllo post-operatoria o rimarrà in osservazione nella cosiddetta “recovery room” per almeno due ore, aspettando che finiscano gli effetti dell’anestesia. Il ginocchio, dopo la medicazione con cerotto, sarà fasciato con un bendaggio elastico e verrà posizionato un tutore in estensione. Su di esso potrà essere posizionato del ghiaccio. Il ricovero, compreso il giorno dell’intervento, dura 3-4 giorni (max 3 notti in ospedale).
Dopo 2 mesi si può camminare senza le stampelle, il tutore viene abbandonato dopo 1 mese, si può guidare l’auto, e si può riprendere un lavoro di ufficio. Nel caso di attività con un carico fisico importante sul ginocchio, si ritarda di un altro mese.
Nella maggior parte dei casi l’intervento non è seguito da complicanze. Le due principali complicanze potrebbero essere la tromboflebite ( formazione di coaguli nel sangue -trombosi – con possibilità di un distacco di frammenti e conseguente embolia) e l’infezione postchirurgica. Per evitare queste complicanze, tuttavia, saranno somministrati a scopo preventivo antibiotici e anticoagulanti. Poi ricordiamo la rigidità del ginocchio, la mancata consolidazione dell’osteotomia, che richiede una nuova sintesi, paralisi nervosa.
Sì,è meglio farsi rivedere dal chirurgo operatore con una radiografia del ginocchio operato dopo 30 giorni e 60 giorni per valutare l’evoluzione della consolidazione dell’osteotomia. Infatti, proprio in base alla consolidazione si deciderà quando abbandonare le stampelle e caricare completamente e quando rimuovere il tutore. Altro controllo dopo 4 e 6 mesi.
La protesi parziale del ginocchio offre molti vantaggi:
● la conservazione dei legamenti crociati del ginocchio;
● viene eseguita con tecnica mini-invasiva, che permette
– una ridotta incisione della pelle;
– una minor perdita ematica durante l’intervento;
– un minor dolore post-operatorio;
– un basso rischio di infezione;
– una riabilitazione veloce
– una breve degenza in ospedale
● la possibilità di ritornare a tecniche convenzionali (eventuale conversione in protesi totale nel caso, seppur remoto, di fallimento).
È molto importante sapere che i principali benefici dell’intervento sono la totale scomparsa del dolore, o una sua drastica riduzione ed il miglioramento della funzione articolare del ginocchio. A differenza della protesi totale, non si ha una correzione dell’asse della gamba, cioè non si mette la gamba “dritta” ma viene ripristinato l’asse fisiologico preoperatorio dell’arto inferiore: un ginocchio varo rimane tale alla fine dell’intervento!
In entrambi i casi lo scopo dell’intervento è eliminare il dolore e dare una buona funzione al ginocchio. Nel caso della protesi parziale, non venendo modificati i legamenti e non venendo sostituiti i compartimenti sani, viene rispettata molto l’anatomia e la cinematica articolare, per cui il ginocchio si muove in maniera simile ad un ginocchio integro. Con il tempo il paziente “dimentica” di avere una parte del ginocchio di metallo.
Con il cosiddetto protocollo “fast track” la sera stessa dell’intervento inizierà la mobilizzazione e sarà possibile alzarsi con 2 stampelle, il dolore sarà minimo. Di solito la ripresa è più rapida rispetto ad un intervento di protesi totale.
Dopo 1 mese si lasciano le stampelle, si può guidare l’auto, si può camminare progressivamente per tempi più lunghi e riprendere il lavoro, purchè sia possibile alternare le posizioni seduta ed eretta e non sia un’attività pesante. Comunque, sono necessari 6-8 mesi prima di stare “completamente bene”.
L’attività eccessiva o il sovrappeso possono accelerare il normale processo di usura e rendere necessario un intervento di sostituzione delle parti usurate. Pertanto, la maggior parte dei chirurghi sconsigliano attività come la corsa, il jogging, saltare o altri sport ad alto impatto.
Il ricovero avverrà lo stesso giorno dell’intervento. Sarà necessario un pre-ricovero, in cui verrà sottoposto a tutti gli esami di preparazione, a una visita anestesiologica e a una valutazione di tutti i possibili problemi in vista dell’intervento. Dopo l’accettazione e le pratiche del ricovero, sarà accompagnato in camera e preparato per l’intervento.
Una volta operato, sarà accompagnato in camera subito dopo la radiografia di controllo post-operatoria o rimarrà in osservazione nella cosiddetta “recovery room” per almeno due ore, aspettando che finiscano gli effetti dell’anestesia. Il ginocchio, dopo la medicazione con cerotto, sarà fasciato con un bendaggio elastico e su di esso potrà essere posizionato del ghiaccio. Il ricovero, compreso il giorno dell’intervento, dura 4 giorni (3 notti in ospedale).
La complicanza più temibile è l’infezione anche se il rischio che ciò avvenga è inferiore nei casi di protesi monocompartimentali rispetto alle protesi totali del ginocchio e la tromboflebite dell’arto operato. A scopo preventivo sarà, comunque, eseguita la profilassi antibiota e anticoagulante.
Uno degli indiscutibili vantaggi della protesi monocompartimentale è la possibilità, qualora fosse necessario, di convertirla in protesi totale, utilizzando un modello di protesi primario, che cioè viene utilizzato nel primo impianto.
Bisogna essere convinti e preparati psicologicamente per sottopporsi all’intervento! Il chirurgo ortopedico può dare l’indicazione all’intervento, ma sarà sempre il paziente a scegliere se operarsi o meno. Se la qualità della vita è scadente, a causa del dolore e della limitazione funzionale del ginocchio causate dall’artrosi, l’intervento è sicuramente consigliato.
Rispetto al passato, oggi con l’evoluzione della tecnica chirurgica e dei nuovi materiali non ci sono limiti di età. Se il dolore e la limitazione funzionale del ginocchio sono tali da limitare le attività della vita quotidiana o peggiorare la qualità della vita, l’intervento è consigliato a 30 come a 80 anni, purchè non ci siano problemi di salute.
Tra gli accertamenti necessari in previsione dell’intervento chirurgico ci sono gli esami del sangue, l’elettrocardiogramma (ECG) e la radiografia del torace e del ginocchio. Verranno eseguiti al prericovero, che si effettua circa 3 settimane o 3 giorni prima dell’intervento. A discrezione dell’anestesista, poi, potranno essere prescritti ulteriori esami, come un ecodoppler degli arti inferiori e/o una visita cardiologica.
Il ricovero avverrà lo stesso giorno dell’intervento o il giorno prima.
Una volta operato, sarà accompagnato in camera subito dopo la radiografia di controllo post-operatoria o rimmarrà in osservazione nella cosiddetta “recovery room” per almeno due ore, aspettando che finiscano gli effetti dell’anestesia. Il ginocchio, dopo la medicazione con cerotto, sarà fasciato con un bendaggio elastico e su di esso potrà essere posizionato del ghiaccio. Il ricovero, compreso il giorno dell’intervento, dura 5 giorni (4 notti in ospedale)
Sicuramente no! È molto importante sapere cosa aspettarsi da un intervento di protesi totale del ginocchio. I principali benefici di un impianto di protesi sono la scomparsa del dolore, o quantomeno una sua drastica riduzione, il miglioramento della funzione articolare del ginocchio e una correzione dell’asse della gamba. Dopo l’intervento è possibile avvertire saltuariamente dei dolorini (come nel resto delle altre articolazioni!) e dei rumori dovuti al contatto metallo-polietilene, che non sono di alcuna importanza e non devono preoccupare.
La ripresa dei movimenti è soggettiva e può variare da paziente a paziente. È ragionevole aspettarsi, dopo 4 settimane dall’intervento, una flessione di almeno 90 gradi (110 gradi per le protesi monocompartimentali) e un’estensione pressoché completa. Dopo 6 mesi il ginocchio flette fino a 120 gradi (una flessione di 110 gradi permette di condurre una vita normale e svolgere qualsiasi attività).
Il materiale di cui è composta la protesi è una lega metallica di titanio o di cromo-cobalto. Al suo interno, inoltre, è presente un inserto di materiale plastico (polietilene).
L’intervento per l’impianto di protesi del ginocchio durerà circa 60 minuti e verrà eseguita in anestesia spinale (discuterà comunque del tipo di anestesia con il medico anestesista al prericovero e prima dell’intervento).
Insieme agli anestesisti sono stati realizzati dei protocolli post-operatori per la gestione del dolore durante il ricovero, in modo da far sentire al paziente il minor dolore possibile.
Solitamente non c’è bisogno, perché , insieme ai farmaci per il controllo del dolore, è previsto l’uso di farmaci per ridurre il sanguinamento intra e post-operatorio.
Resterà ricoverato in ospedale per 3 giorni dopo l’intervento. Al quarto giorno, in base a quanto concordato, sarà dimesso per proseguire la riabilitazione a domicilio oppure proseguirà la riabilitazione in ospedale per altri 7-10 giorni.
La necessità di assumere antidolorifici è variabile: di solito dopo 7-10 giorni dall’intervento gli antidolorifici vengono sospesi.
L’anticoagulante viene assunto solitamente per 35 giorni dopo l’intervento, in ogni caso fino alla ripresa del carico completo sull’arto operato.
I punti di sutura sono rimossi circa dopo 15 giorni dall’intervento.
Quando la ferita è ben chiusa, di solito 15 giorni dopo l’intervento, la ferità può essere bagnata. Comunque dopo l’intervento è possibile fare la doccia, purchè venga coperta la ferita con qualcosa di impermeabile (anche il comune domopack usato per gli alimenti).
In pratica neanche un giorno, perché la riabilitazione inizia subito dopo l’operazione. Dopo alcune ore inizia a muovere il ginocchio operato, il giorno dopo inizia la mobilizzazione del ginocchio con l’uso di una macchina chiamata Kinetec e a camminare con 2 stampelle, con un carico parziale sulla gamba operata. Poi continuerà la riabilitazione per qualche mese.
E’ soggettivo e dipende dall’ortopedico. Io personalmente preferisco che il paziente, tranne casi particolari o che sia poco collaborante, vada a casa e continui gli esercizi iniziati in ospedale in un centro di fisioterapia o con un fisioterapista di fiducia, che insegnerà gli esercizi da eseguire nei mesi successivi. Può noleggiare il Kinetec durante le prime settimane dopo l’intervento. È utile perché aiuta a recuperare la flesso-estensione del ginocchio e ad evitare lo sviluppo del tessuto cicatriziale, che è causa di “ginocchio rigido”.
In media 4 settimane sono sufficienti. Quando il paziente tende a camminare con il ginocchio flesso, è necessario usarle 1-2 settimane in più, fino, cioè, a ripresa completa di una corretta deambulazione.
Il tutore normalmente non è necessario, a meno che il paziente non abbia prima dell’intervento un ginocchio flesso da tanto tempo e faccia difficoltà dopo l’operazione ad allungarlo completamente sia a riposo che quando cammina.
Di solito sono necessarie 4-5 settimane, quando saranno abbandonate le stampelle e sarà in grado di camminare correttamente.
Comunque, sono necessari 6-8 mesi prima di stare “completamente bene!
Sì, così si arriverà all’intervento chirurgico con una muscolatura potenziata che renderà la fase post-operatoria più rapida e meno faticosa.
Nella maggior parte dei casi l’intervento non è seguito da complicanze. Le due principali complicanze potrebbero essere la tromboflebite ( formazione di coaguli nel sangue -trombosi – con possibilità di un distacco di frammenti e conseguente embolia) e le infezioni. Per evitare queste complicazioni, tuttavia, saranno somministrati a scopo preventivo antibiotici e anticoagulanti. Anche se non è una vera complicanza, in un 6% dei pazienti si può avere una protesi dolorosa: cioè pur in presenza di una protesi correttamente impiantata e ben funzionante, il paziente lamenta un dolore diffuso al ginocchio con limitazione della funzione.
Si potrà camminare, giocare a golf, andare in bicicletta, nuotare e praticare tutti gli sport a basso impatto. In genere non esistono sport assolutamente da evitare. Ci sono, invece, attività ad alto impatto sconsigliate, soprattutto per ridurre l’usura, quali il calcio, la pallavolo, il basket, e la corsa.
Talvolta può capitare, dipende dalla sensibilità dei rilevatori nei punti di controllo dell’aeroporto. Comunque, è sufficiente un certificato che attesti che il pz è portatore di protesi metallica.
È raro, ma possibile. Se c’è questo dubbio, in vista dell’intervento è bene fare un test per l’allergia ai metalli. In caso di positività, sarà usata una protesi anallergica che non contiene il metallo cui sei allergico.
Tutti gli impianti, come tutte le cose meccaniche, hanno una durata limitata nel tempo perché vanno incontro ad usura. Quest’ultima è variabile in base all’età del soggetto, al peso e al livello di attività svolta. Comunque, considerato l’evoluzione dei materiali, se una protesi è impiantata correttamente , dovrebbe durare almeno 20 anni.
Sì, è meglio farsi rivedere dal chirurgo operatore dopo 30 giorni, 3 mesi, 6 mesi e 1 anno con una radiografia di controllo. I controlli saranno poi a distanza di circa 2 anni.
Il chirurgo ortopedico può dare l’indicazione all’intervento, ma sarà sempre il paziente a scegliere se operarsi o meno. Se la qualità della vita è scadente, a causa del dolore e della limitazione funzionale dell’anca causate dall’artrosi,il dolore all’anca è continuo anche durante il riposo, sia di giorno che di notte, il sollievo dal dolore è scarso nonostante l’assunzione di farmaci anti-infiammatori e la fisioterapia, l’intervento è sicuramente consigliato.
Rispetto al passato, oggi con l’evoluzione della tecnica chirurgica e dei nuovi materiali non ci sono limiti di età. Se il dolore e la limitazione funzionale dell’anca sono tali da limitare le attività della vita quotidiana o peggiorare la qualità della vita, l’intervento è consigliato a 30 come a 80 anni, purchè non ci siano problemi di salute.
Lo stelo è di titanio, la coppa di titanio o tantalio, la testina di ceramica e l’inserto tra testa e coppa metallica in polietilene o ceramica.
L’intervento durerà circa 60 minutie verrà eseguita in anestesia spinale (discuterà comunque del tipo di anestesia con il medico anestesista al prericovero e prima dell’intervento).
Insieme agli anestesisti sono stati realizzati dei protocolli post-operatori per la gestione del dolore durante il ricovero, in modo da far sentire al paziente il minor dolore possibile.
Solitamente non c’è bisogno, perché , insieme ai farmaci per il controllo del dolore, è previsto l’uso di farmaci per ridurre il sanguinamento intra e post-operatorio.
Tra gli accertamenti necessari in previsione dell’intervento chirurgico ci sono gli esami del sangue, l’elettrocardiogramma (ECG) e la radiografia del torace e delle anche. Verranno eseguiti al prericovero, che si effettua circa 3 settimane o 3 giorni prima dell’intervento. A discrezionedell’anestesista, poi, potranno essere prescritti ulteriori esami, come un ecodoppler degli arti inferiori e/o una visita cardiologica.
Il ricovero avverrà lo stesso giorno dell’intervento o il giorno prima.
Una volta operato, sarà accompagnato in camera subito dopo la radiografia di controllo post-operatoria o rimarrà in osservazione nella cosiddetta “recovery room” per almeno due ore, aspettando che finiscano gli effetti dell’anestesia. Resterà ricoverato in ospedale per 3 giorni dopo l’intervento. Al quarto giorno, in base a quanto concordato, sarà dimesso per proseguire la riabilitazione a domicilio oppure proseguirà la riabilitazione in ospedale per altri 7-10 giorni.
I punti di sutura sono rimossi circa dopo 15 giorni dall’intervento.
Quando la ferita è ben chiusa, di solito 15 giorni dopo l’intervento, la ferita può essere bagnata.
In pratica neanche un giorno, perché la riabilitazione inizia subito dopo l’operazione. Dopo alcune ore inizia a muovere l’arto operato, il giorno dopo inizia la mobilizzazione con il fisioterapista e a camminare con 2 stampelle, con un carico parziale sulla gamba operata. Poi continuerà la riabilitazione per qualche mese.
È soggettivo e dipende dall’ortopedico. Io personalmente preferisco che il paziente, tranne casi particolari o che sia poco collaborante, vada a casa e continui gli esercizi iniziati in ospedale in un centro di fisioterapia o con un fisioterapista di fiducia, che insegnerà gli esercizi da eseguire nei mesi successivi.
In media 4 settimane sono sufficienti, sono necessarie fino alla ripresa completa di una corretta deambulazione.
Di solito sono necessarie 4-5settimane, quando saranno abbandonate le stampelle e avrà una buona motilità dell’anca. Bisogna stare attenti quando si sale e si scende dalla macchina, per evitare di lussare l’anca.
Potrai camminare, giocare a golf, andare in bicicletta, nuotare e praticare tutti gli sport a basso impatto. In genere non esistono sport assolutamente da evitare. Ci sono, invece, attività ad alto impatto sconsigliate, soprattutto per ridurre l’usura (es. il calcio, la corsa.)
Tutti gli impianti, come tutte le cose meccaniche, hanno una durata limitata nel tempo perché vanno incontro ad usura. Quest’ultima è variabile in base all’età del soggetto, al peso e al livello di attività svolta. Comunque, considerato l’evoluzione dei materiali, se una protesi è impiantata correttamente , dovrebbe durare almeno 20 anni.
Sì, è meglio farsi rivedere dal chirurgo operatore dopo 30 giorni, 3 mesi, 6 mesi e 1 anno con una radiografia di controllo. I controlli saranno poi a distanza di circa 2 anni.
Nella maggior parte dei casi l’intervento non è seguito da complicanze.
L’infezione è la complicanza più temuta, anche se meno frequente rispetto alla protesi di ginocchio. Può verificarsinei giorni/settimane successivi all’intervento ma anche a distanza di anni a causa di batteri portati in sede dal circolo sanguigno. Sarà necessario rimuovere la protesi, pulire accuratamente l’articolazione ed impiantare un cemento spaziatore con antibiotico e solo dopo la guarigione dall’infezione si può reimpiantare la protesi.
– La tromboflebite(formazione di coaguli nel sangue -trombosi – con possibilità di un distacco di frammenti e conseguente embolia) è un’altra complicanza pericolosa ma fortunatamente rara. Per evitare queste complicazioni, tuttavia, saranno somministrati a scopo preventivo antibiotici e anticoagulanti.
– La lussazione è dovuta alla perdita di contatto tra le superfici protesiche, con la fuoriuscita della testina femorale dalla coppa acetabolare. È un evento molto raro ma possibile, soprattutto nei primi 3mesi quando i tessuti attorno alla protesi interrotti con l’intervento sono in fase di guarigione. Bisogna evitare di flettere l’anca oltre i 90° e insieme ruotarla internamente fino ai gradi estremi. Perciò, consiglio per almeno 3mesi di usare il rialzo sul vater, di evitare di sedersi su poltrone o sedie basse e di evitare l’uso dell’auto.
– A volte, dopo l’intervento di protesi dell’anca, si può avere una differenza di lunghezza degli arti. L’arto operato è più lungo. Con l’artrosi a causa dell’usura della cartilagine e dell’osso l’arto può accorciarsi anche di alcuni centimetri. Con l’intervento si cercherà di ripristinare la lunghezza originaria dell’arto, per cui il paziente può avere una sensazione di gamba più lunga, che sparirà nel giro di qualche settimana. Talvolta, però, l’arto è realmente più lungo, ma di solito di pochi millimetri, per cui non da alcun problema, non va compensato e non sarà più avvertito dal paziente in pochi mesi.
– Altre complicazioni, rare ma comunque possibili, comprendono le lesioni nervose e dei vasi sanguigni, le fratture ossee e le rigidità articolari post-operatorie.
“Le infiltrazioni di acido ialuronico permettono di iniettare il farmaco direttamente nell’articolazione dolente, riducendo il dolore e il processo infiammatorio causati dall’artrosi. Inoltre, grazie alla sua azione lubrificante migliora il movimento dell’articolazione”.
Pazienti adulti con condropatia o artrosi iniziale diffusa che possono trarre beneficio dall’infiltrazione grazie all’azione antiinfiammatoria con riduzione del dolore. É un trattamento conservativo, che cerca di aiutare il paziente a convivere con la sua patologia. É indicato anche nei pazienti anziani con artrosi avanzata che non vogliono o non possono essere sottoposti ad intervento di protesi per patologie generali.
Pazienti adulti con un’artrosi iniziale o tendinopatie degenerative che possono giovare del trattamento grazie all’azione dei fattori di crescita rilasciati dalle piastrine, che favoriscono la riparazione dei tessuti e la riduzione dell’infiammazione. Si eseguono 3 infiltrazioni a distanza di una settimana.
Pazienti in età giovane e adulta con condropatie in stadio iniziale che possono recuperare la piena funzionalità del ginocchio grazie alla capacità rigenerativa delle cellule staminali che favoriscono la ricrescita dei tessuti. Può, pertanto, rappresentare un trattamento capace di risolvere il problema. Da considerare che tale metodica deve essere eseguite in sala operatoria, trattandosi di un piccolo intervento chirurgico, a differenza delle infiltrazioni di acido ialuronico e PRP che possono essere eseguite in ambulatorio.
È un piccolo intervento che viene eseguito in Day Hospital con un’anestesia spinale o locale. Si va a casa con 2 antibrachiali ed è necessario qualche giorno di riposo.
A seconda del tipo di acido ialuronico utilizzato, può essere necessario ripetere 1 o più infiltrazioni ad intervalli di 30 gg o di una settimana per 3-4 settimane.